Pala e picco e un anno di blog

Lo sapevo da subito che il lavoro era abbastanza faticoso, non avevo bisogno di prove ed esperienze sensibili. E’ come per la cosa dei dinosauri: lo sai che sono esistiti anche se non ne hai mai visto uno.

Lo sapevo che una volta presa quella strada, era per arrivare fino in fondo; mi sembrava di sentire il maestro Joda che sentenziava “Fare! o non fare, non esiste provare”

Lo sapevo. Sapevo anche tante altre cose, una di queste era che lo volevo fare. E allora via con pala e picco; non sapevo se lo scavo sarebbe stato largo o profondo, ma tutto iniziava comunque con il primo colpo di piccone.

Lo scavo procede, ho anche una persona che mi ha insegnato il gesto corretto da fare e ormai la schiena si è abituata a quel tipo di lavoro, ma da quando sono iniziati i “lavori”, con l’aiuto del capocantiere, ho iniziato a fare anche un lavoro più raffinato: prima c’era la palata grossolana di materiale da spostare, ora quando scavo ho imparato che vagliando bene ci posso trovare in mezzo del materiale che può essere riutilizzato e col quale posso ricostruire qualcosa. Sono un po’ più raffinato nelle operazioni, ma butto quello che c’è da buttare.
A volte trovo ancora zone dure da dissodare e allora mi faccio aiutare dal capocantiere che con il suo intervento rende certo il risultato. Non i tempi per raggiungerlo, è compito mio programmare il lavoro, ma la prospettiva del lavoro ben fatto si.

Con l’uso tutto cambia; il manico della pala ora è più liscio e non lascia più vesciche sulle mani e le braccia un po’ più forti. Il lavoro procede. Bene.

Per dirla tutta un anno fa, guarda caso in coincidenza dell’apertura del blog, avevo tentato di iniziare lo scavo da solo, ma gli attrezzi non erano di buona qualità; ora ho un’ottima pala ed un appuntito piccone con i quali riesco a smaltire un bel po’ di … terreno arretrato.

Ora vado, ho un po’ da fare!