Pecora nera

Voglio!”

O “Non voglio!”

Tutte e due espressioni lecite, sicuramente.  Anzi, una tale determinazione – entro limiti di buon senso – è apprezzabile e denota decisione, ragionamento, personalità.

Sono sempre stato affascinato dalle persone capaci di esprimere aspetti volitivi, io che ho sempre alimentato i dubbi come se fossero cuccioli denutriti.

Un’aura di ambizione avvolgeva, nella mia visione, quelli che sapevano usare i punti esclamativi nella vita; io invece sono stato sempre così, leggermente differente, un po’ bastian contrario, insomma: io facevo il tifo per gli indiani. L’ho sempre fatto e da bambino mi sono trovato in difficoltà con i miei coetanei ai giardinetti, claque del VII Cavalleggeri. Adoro i cani, ma se Rin Tin Tin fosse stato gatto, avrebbe sfanculato le giacche blu con il mio cordiale, totale apprezzamento.

Attualmente, invece, riconosco grande dignità ad un altra categoria di pensieri che riassumo nel “Non voglio più“.

Dopo quest’espressione, non voglio più, ci sta bene l’infinito di qualsiasi verbo. A volte pronunciare questa frase potrebbe comportare il disconoscimento di convinzioni personali fino a quel momento ritenute valide;  in questo caso non sarebbe la cosa vile di sconfessare se stessi, ma il riconoscersi capacità di ragionamento, di critica ed anche di autocritica.

Al momento l’argomento che ho ben presente sono le votazioni, le elezioni. L’unico potere che abbiamo consiste nel dare potere a qualcuno che non lo userà come noi vorremmo.

Li odio per questo, per avermi portato a dire “Non voglio più”: non voglio più andare a votare per questa gente, non meritano il mio voto. Un diritto che io mi sono ritrovato in dote e che non ho fatto nulla per meritarlo; un diritto che non è sempre stato tale, ma che altri hanno conquistato e al quale io ho sempre portato rispetto andando a votare.

Basta! Non più! Perchè non si può accettare, oltre a tutto il resto, anche la presa in giro di tornare a votare con il “porcellum”; del resto non sarebbero nemmeno parlamentari eletti, ma nominati dalle segreterie dei partiti e questo piace ancora a tanti, a troppi, a destra e a sinistra e quindi…

Quindi chiudo utilizzando le parole del sempre attuale Guccini: “… scusate, non mi lego a questa schiera, morrò pecora nera”.